L’arte bizantina riprende vita
Nonostante il richiamo all’antichità del nome, questa è un’arte che è più che mai attuale e vive oggi grazie alle persone appassionate di ricamo.
Anche le sue origini sono piuttosto recenti. Il ricamo bizantino è nato soltanto nella prima metà del secolo scorso.
Questa rinascita ebbe luogo a partire dal 1872 quando una nobile veneziana, per sostenere le donne in un particolare momento di crisi, diede nuovo impulso alla lavorazione del punto Burano, ormai quasi del tutto cessata.Questa vicenda sollecitò iniziative analoghe in altre regioni italiane: a Bologna sorse la Aemilia Ars, nelle Marche la Feltria Ars, e così in molte altre zone della penisola.
I colori della storia
Ravenna è custode di un passato grande e glorioso, la storia vive e rivive in ogni singolo tassello dei mosaici, in ogni pietra che sorregge case e monumenti.
Proprio l’oro dei mosaici mostra chiaramente la gloria di re, imperatori, santi e soldati che hanno varcato questi luoghi per brevi o lunghi periodi.
Oltre all’oro spicca il bellissimo e forte blu che ricorda l’acqua, elemento primario per il commercio e la vita stessa di Ravenna e dintorni.
Il rosso è il colore della passione della gente di Romagna, gente schietta, cordiale e accogliente.
Il colore della speranza, della forza d’animo, della calma il verde, quel verde tipico delle pinete che circondano maestose la città quasi a volerla proteggere.Come è fatto
L’ispirazione dei colori e del disegno del ricamo trae ispirazione proprio dai meravigliosi ed ineguagliabili, famosi in tutto il mondo, mosaici ravennati.
ll ricamo bizantino viene eseguito su tessuti a trama fitta e regolare e consiste, innanzitutto, nel contornare con il punto erba semplice le figure del disegno ispirato a motivi tratti dai mosaici o dai rilievi, dopodiché il punto bizantino (punto stuoia) viene utilizzato per la riempitura del fondo. Il punto bizantino deve essere eseguito a telaio, unicamente a drittofilo e ricoprendo, filo per filo, la trama del tessuto.La passione che fa rinascere tutto
Nel primo dopoguerra sorse a Ravenna una Scuola di Ricamo per iniziativa delle sorelle Poggiali, Rosalia e Nerina, che invitarono in città un’esperta ricamatrice della ditta milanese Canetta. Questa collaborazione stimolò la creazione di una nuova ed esclusiva forma di ricamo in grado di valorizzare il più possibile il patrimonio artistico della città, ispirandosi a motivi tratti dai mosaici e dai rilievi.
La Scuola fu chiusa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Venne riaperta nel dopoguerra sempre su iniziativa delle sorelle Poggiali, ma dovette nuovamente interrompere le attività a causa della promulgazione di una legge sull’apprendistato.
Le ricamatrici continuarono a lavorare presso le proprie abitazioni producendo saltuariamente lavori su commissione, ma il ricamo Bizantino era destinato all’oblio.Solo alla fine degli anni Ottanta, il CIF (Comitato Italiano Femminile) decise di organizzare nel 1988 una mostra su questo tema.
La mostra ebbe un tale successo per cui fu subito inaugurato un primo corso per l’insegnamento del ricamo bizantino a cui ne seguirono molti altri.
Oggi la partecipazione ai corsi è sentita e si stanno ricreando comunità eterogenee di donne.“Questa forma d’arte, unica e preziosa, costituisce un’importante testimonianza della cultura ravennate. È un vero e proprio patrimonio gestuale che si tramanda da generazioni da maestra ad allieva. La valorizzazione del patrimonio identitario della nostra città passa anche e soprattutto per il recupero e la salvaguardia delle sue tradizioni” Michele de Pascale, sindaco di Ravenna.