Nato a Milano il 2 febbraio del 1926, Luigi Veronelli, per molti Gino, è stato un maestro della cultura enogastronomica e ha speso oltre cinquant'anni della sua vita in battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore della dell'agricoltura e di una cognizione del gusto che tenesse assieme la sensibilità sociale.
Da ragazzo vive nel quartiere popolare milanese di Isola, a contatto con gente umile ma che vive con dignità le quotidiane difficoltà della vita interessandosi principalmente di filosofia: la studia, diventa assistente di Giovanni Emanuele Bariè e si impegna nell’attività politica, avvicinandosi al pensiero anarchico, al quale rimarrà fedele per tutta la vita.
Nel 1956 inizia l'esperienza di editore, pubblica tre riviste: I problemi del socialismo, Il pensiero e Il gastronomo; l’anno successivo traduce La questione sociale di Proudhon e Historiettes, contes et fabliaux del Marchese de Sade, che gli costa tre mesi di carcere per pubblicazioni oscene. Interessatosi ben presto anche alle questioni agricole ed enogastronomiche, negli anni '70 istiga i contadini piemontesi alla rivolta, occupando la stazione di Santo Stefano Belbo, contro i nuovi disciplinari che favoriscono la grande industria vinicola a discapito dei piccoli produttori. Gli costerà un’altra condanna a sei mesi di detenzione.
La sua attività di scrittore-giornalista si estende anche ad un rapporto ventennale con Il Giorno (dal 1959 al 1979) e ad una stretta collaborazione con la Rivista Anarchica. Le sue collaborazioni sono estese ad un’infinità di riviste e giornali: Corriere della Sera, Class, Il Sommelier, Veronelli EV, Carta, L'espresso, Sorrisi e Canzoni TV, Travel e Wine Spectator, ecc.
I suoi scritti si caratterizzano per lo stile aulico e provocatorio infarcito di neologismi e arcaismi. Ma lo scandalo vero lo darà in tv durante il programma A tavola alle 7 in cui si proclama apertamente anarchico. Un altro suo programma televisivo importante è Viaggio Sentimentale nell'Italia dei Vini, dove si occupa di vini e viticoltura.
La sua attività di ricerca e di approfondimento nel campo enogastronomico lo porta alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche di carattere divulgativo. Da segnalare: Storici, Cataloghi dei Vini d'Italia, dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acqueviti e degli Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto. Fondamentale anche la collaborazione con Luigi Carnacina, maître celeberrimo. Ne nascono, ad esempio, La cucina italiana e Il Carnacina.
La teoria dei cru, l'elevazione dei grandi vini, la limitazione delle rese per ettaro per favorire la qualità e non la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la vinificazione in luogo, la classificazione dei vini con puntuali esami organolettici, la teoria della distillazione secondo monovitigno, sono solo alcune delle intuizioni, delle lotte e delle vittorie condotte in cinquant'anni. E' stato l'unico maestro dei migliori wine-writers, italiani e non. Ha inventato un linguaggio, un lessico, ormai entrati nell'uso corrente: «Bocca piena e calda», «Vino da meditazione», «Vino da favola», «Di zerga beva», «Rossi dialettici».
Nel 1990 fonda la casa editrice Veronelli editore «col puntuale obiettivo di approfondire la classificazione dell'immenso patrimonio gastronomico nazionale e contribuire ad accrescere la conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del mondo».
È stato amico e collaboratore di Gianni Brera, di Giangiacomo Feltrinelli, di Mario Soldati. Ha collaborato con Derive\Approdi scrivendo le prefazioni ad alcuni libri di carattere storico, politico e gastronomico. Sulle pagine di Carta ha sviluppato un lungo e interessante rapporto epistolare con Pablo Echaurren riguardo a riflessioni sulle questioni legate alla Terra e al movimento contro al globalizzazione in genere.
Negli ultimi anni della sua vita ha stretto contatti proficui anche con alcuni centri sociali, soprattutto La Chimica di Verona e il Leoncavallo di Milano, realizzando il "progetto Terra e libertà/Critical wine" che ha in particolare portato avanti intense battaglie per le Denominazioni Comunali (De.Co.).
Luigi Veronelli muore a Bergamo il 29 novembre 2004.