Origine del nome – forma etimologia
Sardilla pilchardus: pesce azzurro appartenente alla famiglia dei Clupeidi, fra i più diffusi nel Mediterraneo, della stessa famiglia dell’aringa
Descrizione prodotto
La sardina ha il corpo ovale con squame ventrali appuntite che però (al contrario dello spratto) non formano una vera e propria carena, la bocca è rivolta verso l’alto e l’occhio è grande. Tutto il corpo, ad eccezione della testa, è ricoperto di grosse squame molto caduche. Le pinne ventrali sono inserite molto indietro, ben oltre la pinna dorsale, le pinne penorali sono inserite in basso. Ha i fianchi e il ventre bianco argentei, mentre il dorso è verde-azzurro con riflessi iridcscenti, sul fianco, a partire dall’opercolo branchiale, e fino ad oltre la pinna dorsale, si allineano una fila di macchie scure, poco visibili in vivo. Raggiunge la lunghezza di 16-20 cm. La sardina è una specie eurialina (si adatta bene a differenti salinilà) e tollera variazioni di temperatura comprese tra 6° e 29°C: questa caratteristica le pennette di penetrare per alimentarsi in lagune, laghi sa[mastri od estuari. Gl i individui, giovanili ed adulti. hanno abitudini gregarie (vivono in branchi numerosi) ed effettuano limitate migrazioni. La vita media è di circa 4 anni. La maturità sessuale è raggiunta al termine del primo anno di vita (taglia di circa 9 cm): vi è una sola stagione per la riproduzione, che va da aprile a novembre, ma siccome le uova non maturano tutte contemporaneamente, le deposizioni si verificano in periodi diversi. Le uova emesse (fino a 50.000 per femmina) sono gal1eggianti, senza gocce oleose, con diametro di circa 1 mm. Queste dopo 2-3 giorni schiudono e le larve, lunghe circa 2 mm, danno avvio alla vita gregaria. Il novellame è noto con il nome di bianchetto, comune a tutto il pesce azzurro. La sardina si nutre di plancton: sia zooplancton (piccoli crostacei, larve di molluschi … ecc… ) che fitoplancton (plancton vegetale). Si raduna sotto la luce. ma non sempre e in modo discOluinuo. E’ perciò prevalentemente planctofaga. ma effettua una scelta degli organismi più adatti alla sua nutrizione, principalmente copepodi, misidacei e stadi larvali di decapodi. In inverno. quando discende oltre i 100 metri di fondo, si nutre anche di organismi bentonic; e. grazie alla sua ampia bocca, afferra anche pesci di una cena taglia.
Storia Prodotto
Secondo Diodoro Siculo le origini di Selinunle risalgono al 650 a.c. e probabi lmente fondata da un gruppo di coloni di Megara Hyblea. Il nome di Selinunte deriva ‘da una qualità di prezzemolo selvatico (in greco “Selinon”) che cresce spontaneamente lungo le rive del Selinus (Modione). Oggi, la Borgata marinara di Marinella di Selinunte è una frazione di Castelvetrano che si è sviluppata a ridosso delle rovine dell’antica cittadella Greca. Grazie alla presenza sul litorale sottocosta, di banchi di pesce azzurro, nei primi anni del 1900 diverse famiglie di pescatori della Sic ilia occidentale si spostavano in primavera, in questi IUQghi per la pesca e la salagione delle sardine. Attualmente la marineria di Marinella di Selinunte conta la presenza di 120 pescatori per un totale di circa 50 barche, su di una popolazione residente di circa 1000 abitanti. la Sardina di Selinunte è una peculiarità della pesca artigianale della marineria di Selinunle, infatti essa avviene con tecniche anliche. l pescatori escono all’imbrunire, col mare calmo nel periodo che va da aprile ad agosto e calano le reti di posta così detta ‘•tratta”, che llfla volta era di cotone ed’ oggi in nylon, sbarrando il percorso delle sardine con le maglie mollo fitte adatte alla sola cattu’ra delle sardine più grosse.