Descrizione prodotto
Si tratta di composizioni di foglie di palma intrecciate manualmente frutto di una antica arte, esse provengono da due delle più importanti città rivierasche per quanto riguarda la coltivazione e la presenza di palme sul proprio territorio ( Bordighera vanta il palmeto più settentrionale d’Europa).
Storia Prodotto
La tradizione dei “Parmureli” invece è fatta risalire ad un episodio (non si sa quanto leggendario) che avrebbe conferito a Bordighera il privilegio di fornire ogni anno le palme pasquali al Papa.
Correva l’anno 1586 allorchè papa Sisto V decise di far erigere, in Piazza San Pietro, l’obelisco egiziano dedicato da Caligola ad Augusto e Tiberio. Nel silenzio generale della difficile operazione di sollevamento, un grido lacerò la piazza: “Aiga ae corde” impartì il capitano di ventura Bresca che assisteva alla manovra. Il perentorio suggerimento venne ascoltato e le corde, adeguatamente bagnate, si contrassero permettendo così il definitivo assestamento dell’obelisco che era pericolosamente in bilico. Il Papa, riconoscendo il tempismo e l’utilità di quel grido, non solo non condannò il Bresca, ma gli conferì il privilegio di fornire ogni anno al Vaticano le palme pasquali.
Da allora varie famiglie di Bordighera hanno onorato l’antico privilegio, in particolare la famiglia Allavena e la famiglia Palmero il cui decano “parmurà” , Ampelio nel 1990 è morto (72.enne) cadendo da una palma che stava legando. Attualmente non si conoscono più parmurà tradizionali, anche in considerazione della tecnologia sopravvenuta. L’ultimo nome che mi piace ricordare è quello di Luciano Traverso che mi auguro riesca a tramandare ancora quello che lui ha assunto dai vecchi “parmurà”.