L’oliva di Gaeta è leggermente affusolata, di colore violaceo, di sapore vinoso, amarostico con sfumature acetiche. Viene usata per produrre un ottimo olio e le olive in salamoia. Il colore definitivo è scuro vinoso, il sapore amarognolo con varie sfumature di aceto.
L’oliva di Gaeta, descritta anche da Virgilio nell’Eneide, ebbe la sua massima diffusione nel 1400 grazie alle attitudini all’agricoltura, al commercio ed alla navigazione dei cittadini dell’allora Ducato di Gaeta, che esportarono l’olio e le olive di Gaeta in tutto il Mediterraneo, facendone un alimento molto richiesto e apprezzato per l’ottima qualità.
Ricette
Le olive all’acqua si preparano lavandole e lasciandole in acqua per 2 giorni. Poi si mettono in recipienti coperte con acqua fredda salata (65 gr di sale per ogni chilo). La maturazione avviene nell’arco di 3-4 mesi. L’eventuale muffa che si forma sulla superficie della salamoia, preserva le olive.
Leggende
Narra la leggenda che le prime olive all’acqua furono raccolte in mare, cadute da qualche albero vicino alla riva, e subito si capì che l’acqua di mare aveva tolto alle olive il sapore aspro rendendole saporite e dolci.
Come è noto le olive di Gaeta sono tuttora conosciute in buona parte del mondo. Si possono trovare a Londra come a Los Angeles, la loro fama si collega a quella dell’olio di Gaeta.
Il periodo trattato è principalmente quello medioevale, quando la marineria gaetana portò l’olio di Gaeta, e non solo, in tutte le pricipale piazze marittime dell’Europa: da l’Écluse e Magdeburgo (Nord Europa) ad Alessandria (Egitto), Metelino e Pera (Turchia). Il primo documento che parla di oliveti nella zona di Gaeta è il testamento del duca di Gaeta Docibile II dell’anno 954.
Nel bacino del Mediterraneo l’olio proveniente da Gaeta era considerato il migliore e si vendeva ad un prezzo più elevato rispetto agli altri. Il trasporto verso i luoghi di commercializzazione avveniva per via mare. A differenza dei Romani, che trasportavano l’olio in anfore, i Gaetani trasportono l’olio in botti incretate. L’olio imbarcato a Gaeta aveva come meta del viaggio l’Oriente: Pera (Instanbul), Caffa (Crimea), Chio (Isola greca), Rodi, Famagosta (Cipro) ed Alessandria (Egitto). Gaeta commerciava anche olio imbarcato in Provenza, in Catalogna, a Siviglia, in Grecia e in Puglia.
Tutto il territorio dell’originario ducato di Gaeta ed altri paesi confinanti sono interessati alla coltivazione, oltre i Gaetani, gli Itrani, che sono – a quanto sembra- i maggiori coltivatori di olivi, troviamo gli agricoltori di Maranola, Traetto, Ausonia, Esperia, Pontecorvo, Fondi, Pastena, Pico, Lenola, Castro dei Volsci, Vallecorsa, Sonnino, Prossedi, Sermoneta, Norma e Cori.
Eventuali sagre
La tiella, l’oliva e le alici di Gaeta