Denominazione latina: Olea europea sativa var. Giarraffa (Sinonimi: Becco di corvo, Cacata di chioggia, Cefalutana, Ciocca, Giardara, Giarrafara, Giarraffella, Giarraffu mammona, Pizzo di corvo, Pizzu di corvu, Raffa, Raffu).
Pianta autoctona con portamento espanso, chioma mediamente folta, caratterizzata da vigoria media e produttività bassa e alternante
E’ presente negli uliveti della Sicilia centro occidentale, specie nel territorio di Giuliana (PA)
Elementi che lo caratterizzano
Utilizzato da mensa e per la produzione di olio, il frutto ( drupa) presenta le seguenti caratteristiche:
colore: da verde a rosso vinoso a violaceo nero, con epicarpo pruinoso che presenta molte lenticelle grandi;
forma: ellittica, leggermente simmetrica, con diametro massimo posto basalmente, con apice arrotondato e base arrotondata;
dimensione: grande, di peso molto elevato ( 10-15 g);
Storia Prodotto
La coltivazione e la produzione dell’oliva e dell’olio Giarraffa si perdono nella notte dei tempi, quando i Greci di Selinunte e di Naxos e gli Elimi di Segesta portarono ai Sicani, presto in fuga verso le montagne dell’Etna e della Sicilia centro occidentale in cerca di lavoro e di sicurezza, le prime piante d’ulivo Giarraffa, che iniziarono così la loro penetrazione e diffusione, consolidate poi nei secoli delle dominazioni musulmane. I Greci punivano con sanzioni pesanti coloro che estirpavano gli ulivi.
Tecniche coltivazione
La maturazione dei frutti è precoce (fine agosto – metà ottobre) e progressiva dall’apice.
La raccolta viene praticata prevalentemente a mano.
Eventuali sagre
Sagra dell’olio e dell’oliva Giarraffa