La mostarda tradizionale di Cremona è composta con una base di frutta candida e aggiunta di senape, ed è servita con carni e formaggi che contribuiscono a rendere il gusto dolcemente speziato. Il primo documento che associa la mostarda a Cremona è una ricetta in un libro stampato a Liegi nel 1604. Altre ricette storiche sono state scritte nel 1666 e nel 1866. Si parla della mostarda cremonese anche in documenti del Settecento e dell’Ottocento.
Agostino Cavalcabò informa che a Cremona, nel 1774, erano attive 20 fabbriche di torrone e mostarda, probabilmente attività artigianali a conduzione familiare. Francesco Cherubini nel suo vocabolario Milanese-Italiano (1839-1843), a proposito di mostarda, afferma che “la confezione che si fabbrica a Cremona, secondo il metodo dei Cremonesi… noi abbiamo per la più squisita”.
Inoltre, le relazioni della Camera di Commercio, dal 1854, confermano quanto sia stata importante la produzione di mostarda per l’aspetto economico di Cremona.
Nel “Manuale del cuoco” di Giuseppe Gorrini (1884) si riporta la ricetta della mostarda di Cremona. Nei cenni statistici sulle industrie cremonesi del 1907, si legge che la mostarda è una specialità locale lavorata da numerose ditte del territorio cittadino. Esistono due qualità di mostarda: la prima, più economica, lavorata con il miele. La seconda, più costosa, con lo zucchero.