Il castagno proviene dall’Europa sud-orientale. È classificato dai botanici come Catanea sativa- dal latino sativus, semina, ovvero coltivato. La sua presenza è stata fondamentale per alimentare le popolazioni montane: il frutto può essere consumato fresco, bollito, arrostito, ma anche secco, e gli usi in cucina sono variegati: dalle minestre ai ripieni quanto per la farina, che spesso veniva mischiata a quella dei cereali per la preparazione di pane, polenta e pasta.
A livello di qualità è opportuno distinguere tra castagne e marroni, una varietà sofisticata, riconoscibile dalla pezzatura maggiore, dalla forma allungata e la buccia striata e per il frutto intero, senza pellicole. È opportuno sottolineare che la tipicità della produzione non deriva da una varietà esclusiva della zona, ma da una serie di elementi, tra cui la forte mineralità del terreno, capace di far risaltare il marrone di Mortisa per sapore e consistenza.
È bene dire che la tipicità della produzione non deriva tanto da una varietà esclusiva della zona, ma piuttosto da una serie di elementi, prima fra tutti la forte mineralità del terreno, che fanno risaltare il marrone di Mortisa per sapore e consistenza. Ciò non significa che l’uomo sia estraneo a tale risultato: è verosimile, infatti, che un’opera di selezione varietale, per quanto empirica, sia stata attuata nei secoli dai coltivatori. A tal fine ancora oggi è fondamentale momento di confronto l’annuale Mostra dei Maroni di Mortisa, che dal 1975, la terza domenica d’ottobre, ha istituzionalizzato il tradizionale momento di festa all’indomani del raccolto.
Al giorno d’oggi sono 80 i coltivatori e circa 300 i quintali di marroni raccolti dalle 1000 piante di marroni censite in zona. Al di là dell’evento di piazza, che culmina con la premiazione del Maron de Oro, di anno in anno la manifestazione ha arricchito la conoscenza che la Comunità Montana dall’Astico al Brenta ha del parco botanico. L’individuazione delle piante rispondenti agli standard migliori ha consentito di allestire un vivaio, dal quale a regime usciranno ogni anno 300 piantine di castagno, nella prospettiva di sostituire quelli che per vetustà sono giunti a fine carriera, ma anche di estendere la superficie specializzata a castagneto.
Il carattere più ricercato è l’integrità del frutto, senza pellicole interne alla polpa, magari di pezzatura contenuta ma unico; considerando che la fecondazione, singola o multipla, è regolata da fattori genetici, si capisce l’importanza del lavoro di selezione. Quando i nuovi impianti daranno frutto, la produzione, oggi assorbita per lo più dal consumo locale e dal mercato di Bassano del Grappa, raggiungerà livelli tali da consentire l’auspicabile lavorazione di una sua parte sotto forma di dolci e conserve, nel segno dell’Associazione Produttori Marroni dall’Astico al Brenta. È già realtà, invece, la Strada dei Marroni – da Pianezze a Calvene soffermandosi tra le colline di Mortisa – tabellata dalla Comunità Montana a margine della Strada del Torcolato e dei Vini di Breganze.
PRODUTTORI DEI MARRONI
Gian Pietro Abriani, via Mortisa 27/b
Elisabetta Brazzale, via Mare 34
Simone Cappozzo, Piazza XXV Aprile 43
Elia Carollo, via Mortisa 68/b
Fiorindo Carollo, via Mortisa 67
Nicola Carollo, via Mortisa 70
Christian Cattelan, via Mortisa 19
Damiano Cattelan, via Mortisa 7 int.1
Mario Cattelan, via Mortisa 7 int.2
Romano Cattelan, via Verdi 23
Renzo Dalla Costa, via Valdellette 64/a
Valter Dal Santo, via Vesene 10
Giovanni Dalle Molle, via Lore4
Mario Fioretto, via Sarollo 6
Antonio Grazian, via Vesene 2/b
Frncesco Grazian, via Mare 23
Maria Camilliana Marangon, via Valdellette 53
Antonio Ronzani, via Valdellette 10
Devis Ronzani, via Valdellette 10
Pietro Segalla, via Vesene 3
Tarcisio Simonato, via Mare 34