La fava appartiene alla famiglia delle Leguminose (o Papilionaceae).
È una pianta erbacea annuale eretta, rigida e glabra che presenta radice a fittone con robuste ramificazioni laterali le più piccole delle quali sono ricche di grappoli di noduli lobati. Presenta steli robusti, quadrangolari, con spigoli rilevati, vuoti con uno o più rami basali.
Le foglie sono alterne, paripennate con 2-6 foglioline. L’infiorescenza si presenta come un racemo ascellare corto, subsessile con 1-6 fiori con corolla papilionata, tipica delle Leguminose, di colore bianco con ali macchiate di bruno-rosso scuro o quasi nero.
Il frutto è un grosso baccello carnoso, cilindrico o appiattito, cuneato alla base e di lunghezza variabile da 10 a 30 cm a seconda della varietà e internamente rivestito di una lanugine biancastra.
La parte edule è costituita da grani, contenuti nel baccello in numero da 2 a 5 che vengono usati sia allo stato fresco, che secco.
Storia Prodotto
Il centro di origine della fava è stato identificato nell’area mediterranea ed in quella medio-orientale. I progenitori di questa specie, però, non sono stati ancora individuati con sicurezza. Il processo di domesticazione, risalente ad oltre 5000 anni a.C., avrebbe avuto inizio nelle regioni mediterranee ed in quelle medio-orientali più o meno contemporaneamente con le altre specie ritrovate in queste aree nello stesso periodo. La diffusione della coltivazione della fava secondo Cubero si sarebbe verificata per 4 differenti strade: l) dal Medio Oriente attraverso l’Anatolia, alla Grecia, alla costa Illirica (e forse alla regione danubiana) e all’Italia. Dalle regioni mediterranee essa potrebbe esser passata poi al resto dell’Europa; 2) dal delta del Nilo, verso ovest, lungo la costa mediterranea dell’Africa, al Magreb ed alla penisola iberica; 3) dal delta del Nilo, lungo il fiume, fino all’Abissinia; 4) dalla Mesopotamia verso est fino all’India.
La fava risulta coltivata in tutto il Mondo. I continenti maggiormente interessati alla coltivazione sono l’Asia, dove è localizzato circa il 60% della coltura e con prevalenza assoluta in Cina, l’Africa e l’Europa; trascurabile risulta la diffusione in America e nell’Oceania.
Le regioni italiane maggiormente interessate alla coltura sono quelle meridionali ed insulari e la Sicilia in particolare.
Tecniche coltivazione
La fava è una tipica pianta miglioratrice, che assolve in modo eccellente il ruolo delle piante da rinnovo nei terreni argillosi e pesanti. Il posto più comune della fava nella rotazione è in precessione ai cereali e del frumento in particolare.
Bisogna preparare il terreno con una aratura medio-profonda (25-35 cm).Questa operazione è seguita da una tilleratura e da una rullatura che avranno la funzione di preparare un buon letto di semina. Non è necessario preparare un letto di semina molto affinato in superficie visto che il seme è grosso e il contatto con il terreno è sicuramente assicurato; invece è importante la profondità dell’affinamento che dovrà estendersi per una profondità non inferiore a 10 cm, profondità alla quale il seme viene deposto.
La concimazione per le fave si riduce alla concimazione fosfatica (in virtù del fatto che abbiano a che fare con una pianta azoto-fissatrice che viene allevata in terreni normalmente ricchi sia di potassio che di calcio). Questa , come già accennato, è effettuata nel momento in cui viene preparato il terreno, in modo da permettere una uniforme distribuzione lungo tutto il profilo che verrà esplorato dalle radici. Si somministrano 8-10 q/ha di perfosfato.
La semina è eseguita utilizzando la seminatrice da grano o la seminatrice pneumatica. Si effettua in autunno (prima decade di novembre) a righe con distanze tra le file 16-30 cm e tra le file di 4-8 cm con un investimento pari a 60-80 piante per metro quadrato. Si utilizza una quantità di seme variabile da 100 a 150 kg/ha .
Le cure colturali successive all’impianto sono tutte quelle consigliate per mantenere la coltivazione nelle migliori condizioni di ambiente; particolare attenzione occorre prestare alla lotta contro le malattie e contro gli insetti, provvedendo tempestivamente ai trattamenti antiparassitari ed insetticidi. I principi diserbanti chimici usati in epoche diverse sono:
– in pre-emergenza: Fusilade + coadiuvante (1l + 1l / ha);
– in post-emergenza: Pursuit (2,5 l / ha).
La raccolta viene effettuata nella terza decade di giugno. Nel caso della fava di Leonforte si effettua una raccolta semi-meccanizzata (handmade) che consiste nel mietere le piante quando i semi si ritrovano allo stadio ceroso, raccoglierle in andane, per lasciarle essiccare, per due settimane circa e nell’eseguire alla fine la trebbiatura. Nel caso delle altre varietà o ecotipi presenti in azienda è adottata la raccolta meccanica effettuando la trebbiatura allo stato secco (umidità al di sotto del 13%) con una mietitrebbia simili a quelle del frumento duro però opportunamente modifica (numero di giri del battitore dimezzati rispetto a quella dei cereali, maggiore distanza tra battitore e controbattitore, utilizzo di crivelli con fori adeguatamente grandi adatti per il passaggio del seme). I semi selezionati vengono stoccati in silos in atmosfera modificata o sono trattati con polvere di diatomee. Molta cura dovrà essere dedicata alla fase di post-raccolta essendo la fava una delle leguminose più suscettibile alle avversità di diverso genere. Tra queste ritroviamo il Tonchio, un parassita animale, le cui larve danneggiano con maggiore incidenza i semi, soprattutto se di grande pezzatura, forandoli e scavando delle gallerie.
La produzione di seme, a seconda delle varietà e nei diversi ambienti, oscilla da 10-15 fino a 30 q/ha di seme secco.
Ricette
MACCO DI FAVA COTTOIA, PASTA ACCAPPATA, CROCCANTE DI MAIALINO E OLIO D’OLIVA DOP:
Ingredienti
200 gr fava cottoia sgusciata ammollata in acqua
100 gr di conchigliette piccole
50 gr di cipolla
5 gr semi di finocchio selvatico
60 gr fettine pancetta di maialino nero
olio dop e sale q.b
Procedimento
In una pentola cuocere le fave con il doppio dell’acqua con la cipolla e i meta dei semi di finocchio fino a divenire una crema o macco e aggiustare di sale prendere le fettine di pancetta salare con dei cristalli di sale e i semi di finocchietto e metter in forno a 120 c° fino a farlo diventare croccante. Cuocere la pasta con poca acqua mescolata con del macco fino a farla asciugare e farla raffreddare.
Passare la pasta in padella con dell’olio d’oliva e farla leggermente accappare o friggere.
Posizionare il macco tiepido su un piatto fondo, realizzare delle chenelle con la pasta,posizionare in centro e guarnire con al pancetta croccante, dell’olio a filo e un rametto di finocchietto fresco o maggiorana.
FAVE E UOVA:
stufare le fave finché non siano appena appena morbide. Aggiungere un soffritto di cipolla, spegnere ed aggiungere un uovo sbattuto in una terrina con un pò di sale e di pepe. Mescolare velocemente in modo da sfruttare il calore delle fave per far rapprendere l’uovo e poi servirle caldissime.
FAVE CON POMODORO:
pomodoro spellato a dadini del pomodoro, condendolo con sale, capperi ed origano, cipolle imbiondite in olio e peperoncino; unire le fave, salare e portarle a cottura, unendo poca acqua. Aggiungere il pomodoro ed eventualmente prezzemolo tritato. Si può servire su fette di pane tostato strofinate con aglio.
MARÒ:
Salsa denominata anche pestun di fave da accompagnare al bollito o con baccalà o stoccafisso bolliti . Fave fresche e tenere, possibilmente private della pelle, da pestare nel mortaio con aglio e menta, successivamente si amalgama pecorino, circa un 10% peso delle fave, diluendo con olio e facendo riposare la salsa prima di servirla, regolando il sale.
Eventuali sagre
Sagra della Scaccia e della ‘Nciminata