Origine del nome e forma etimologica
L’etimologia della parola cavalluccio va probabilmente ricercata nel culto precristiano del Sole, trainato da carri guidati da cavalli.
Descrizione del prodotto
Sono dolci tipici natalizi d’antica tradizione.
Appartengono al genere delle paste farcite
Perché inserirlo tra i prodotti DE.Co.
La caratterizzazione territoriale in Cingoli del “cavalluccio” è testimoniata da numerose fonti orali e scritte.
Il disciplinare è molto preciso nell’indicare gli ingredienti necessari: noci, nocciole e mandorle di provenienza italiana, “sapa” di provenienza locale, cannella, frutti canditi, zucchero semolato e pane grattugiato (è ammesso l’utilizzo di cacao in polvere e caffè in quantità minime), per comporre il golosissimo ripieno.
Storia del prodotto
Il cavalluccio ha origine assai remota, ma la diffusione si verificò nell’alto medioevo, quando si diffonde l’uso della pasta fresca Si può ritenere che il cavalluccio fosse un prodotto diffuso anche nelle fasce meno abbienti della popolazione, dato che per la preparazione di questo inimitabile dolcetto, vengono da sempre utilizzati ingredienti semplici e “poveri”, di facile reperibilità nelle famiglie rurali cingolane.
Zona di produzione
Comune di Cingoli, nelle Marche
Tecniche di conservazione
Si mantengono a lungo.
Ricette
La ricetta, di origini antichissime, ha una tecnica di preparazione che viene tramandata di generazione in generazione, anche se oggi a custodire tali ricette sono soprattutto le nonne. Abbastanza sostanziosi, si sposano con vino cotto o con un buon vino rosso.
Procedimento:
Prendere 200 gr. di noci, 100 gr. di nocciole e 100 gr. di mandorle. Scottare appena le mandorle in acqua bollente, pelarle e schiacciarle. Passare poi tutti gli ingredienti nel tritatutto, e metterli in una grossa scodella aggiungendo 2 bicchieri di “sapa” , 300 gr.di zucchero, 50 gr. di pane grattato, 100 gr. di cacao amaro, 1 bicchiere di marsala all’uovo, 1 bicchiere di vino bianco, 1 bicchierino di caffè, la buccia grattugiata di un limone e di un arancio.Mescolare bene il tutto cuocerlo e lasciare a riposare il composto per alcune ore.
Preparare l’impasto con 500 gr. di zucchero, 1,5 Kg. di farina, tre bicchieri di vino bianco, un bicchire e mezzo di olio di semi, cannella grattugiata.
Lavorare la pasta per circa 10 min. Tirare poi una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore, tagliarla rotonda con un diametro di circa 10-12 cm. Mettere l’impasto al centro. All’abilità manuale delle “vergare” il compito di richiuderli perfettamente dando loro contemporaneamente la caratteristica forma di cavalluccio. Piccole incisioni sulla parte superiore costituiscono il tocco finale ad indicare la criniera del cavallo. Una spennellatina di rosso d’uovo e via in forno a 180°. L’avvenuta colorazione nocciola, distribuita uniformemente sullo strato superficiale del dolce, indica il raggiungimento del giusto grado di cottura.
Sito web
http://www.lemiemarche.it/2010/07/il-cavalluccio-di-cingoli-de-co/