STORIA: Tipici della frazione di San Nicolò (Comune di Rottofreno-PC), e più precisamente della zona di Mamago, i “busslanein” ancora oggi vengono venduti nella duplice versione con e senza zucchero, duri o friabili. Un tempo erano molto diffusi nella Val Tidone della quale sono originari. La ricetta fu inventata da Peppino Lombardi, fornaio, nel 1931. A proseguire la preparazione furono, tra gli anni ‘60 e i ’70, i fratelli fornai Mario e Giovanni Pellegri, quest’ultimo era anche un poeta dialettale che, tra un’infornata e l’altra, metteva in rima storie, tradizioni e persone del borgo valdardese.
Poi fu la volta del fornaio Giuseppe Negri che sovrintendeva alla perfetta cottura delle ciambelline fatte dalle signore del paese, che davano una mano a sua moglie nella lenta preparazione di questo delizioso dolce; riunite attorno al grande tavolo c’era chi faceva le strisce di pasta e chi ne arrotolava i tocchetti per comporre la ciambellina perfetta: i loro nomi erano Angela, Ida, Maria, Anna, Alba ed Edmea. Quest’ultima nel 1942 sposò Bruno Frati, nato a Samboseto e impegnato fin dall’età di tredici anni come garzone di un fornaio a Noceto. Dopo il matrimonio la coppia tornò nel paese natale di Bruno, ad aprire un forno in proprio, nella casa che successivamente sarebbe diventata parte integrante del famoso ristorante Cantarelli. Nel 1957 Bruno ed Edmea, si trasferirono a Lugagnano, rilevando una licenza di panificatore che oggi è mandata avanti dalla figlia Clara Frati, con il marito Ubaldo , il figlio Paolo, la nuora Francesca e la cognata Daniela. Sono loro che adesso garantiscono la produzione di questo dolce tradizionale.
La ciambellina un tempo veniva infilata in cordoncini di nastro colorato che andavano a comporre una collana che le ragazze del paese indossavano insieme all’abito tradizionale, nel giorno di sagra.
Venivano vendute nei giorni di mercato agli angoli delle piazze. Fino a qualche decennio fa venivano regalati dai padrini ai cresimandi che portavano collane a bandoliera.
Pare che queste ciambelline fossero già note ai primi del 1300 e che i monaci della Chiesa di San Savino ne facessero omaggio ai canonici della cattedrale. Lo storico piacentino Aldo Ambrogio, data la loro comparsa alla seconda metà del ‘700 nella parte alta della Val Tidone. Certo è che la “Real giunta sopra l’Annona”, nel 1764 con “Avviso” emanato vietava tassativamente l’esportazione “fuori dallo Stato di qualità alcuna, sotto qualsivoglia pretesto … di ciambelline dette volgarmente Bocciolani di Pianello”.
Oggi resta inalterato tutto il sapore di questo dolce da credenza, ognuna del peso esatto di 10 grammi, che si presta perfettamente ad essere intinto nel latte per colazione o nel vino dolce, a fine pasto.
LA RICETTA:
Per preparare i busslanein, occorre impastare farina, burro, zucchero e latte e formare dei regolari cordoni che, tagliati a pezzetti di circo 8-10 cm, devono essere chiusi ad anello sull’indice della mano sinistra. Le ciambelline devono quindi essere scottate in acqua non bollente e messe in forno molto caldo per mezz’ora circa. A questo punto devono essere infilate con un grosso filo bianco a formare lunghe collane e rimesse in forno tiepido per un’ora. Ne usciranno biscottate e si manterranno fresche a lungo.
SAGRA: Fiera dal Busslanein nel mese di Giugno
BIBLIOGRAFIA:
Morini M., Piacenza città che piace, E.T.P. Piacenza 1962, pag. 44
Ambrogio A., Piacenza atavola – S.T. P., Piacenza 1938, pag. 20-21
Fonte: www.comune.rottofreno.pc.it