Con la pizza di Vico Equense nasce una nuova forma d’arte, capace di rivoluzionare il concetto stesso di pizza.
Scopri la sua storia e il suo futuro!
Ormai simbolo principe di Vico Equense, la pizza di Vico ha paternità e origini che reclamano di essere raccontate.
Siamo in una perla della costiera sorrentina, nel napoletano, tra il profumo del mare cristallino e l’ombra di montagne rannicchiate attorno.
In questo quadro Vico Equense racconta non solo di un’immaginabile bellezza naturale, ma anche di un inestimabile patrimonio culturale e gastronomico.
Erano gli anni ’30, in una giornata che come le altre albeggia per poi tramontare.
Ma non era un giorno come gli altri.
Era storia.
Luigi Dell’Amura (in arte Gigino) forse l’aveva intuito, o forse non era ancora consapevole di ciò che avrebbe creato.
Fatto sta che la sua fantasia combinata alla dedizione, l’ingegno abbinato all’intuito, hanno dato vita ad una nuova forma d’arte.
Non solo nuova ma rivoluzionaria: la pizza era da sempre conosciuta in un modo ben preciso, quello che viene in mente a tutti quando ci pensiamo.
Quel giorno quell’idea viene completamente scardinata.
In un’antica panetteria nasce la pizza a metro!
Non più tonda e “monoporzione”, ma rettangolare e capace di radunare più palati attorno a sé.
Come spesso avviene con le più significative invenzioni, l’illuminazione nasce da un’esigenza.
Bisognava servire molti commensali contemporaneamente, nel più breve tempo possibile e con uno standard qualitativo elevato.
Come fare?
Ecco la pizza a metro di Gigino che, con “misure” diverse a seconda del numero di persone a tavola, permetteva di rispondere ad un problema.
Questa risposta non è più svanita, ma ha invece creato un seguito inimmaginabile.
Infatti, da quel giorno degli anni ’30 ad oggi, la pizza di Vico ha conquistato l’intera Italia, varcando anche i confini nazionali.
Non sorprende che gli eredi di Luigi Dell’Amura la custodiscano come un preziosissimo tesoro, battendosi per rivendicare la paternità della ricetta originale.
Fatto sta che quell’antica panetteria, sede della storia culinaria, è diventata nel tempo un ampio ristorante-pizzeria.
Ma la storia non finisce qui.
Nel 1960 viene ottenuto il brevetto: un’altra conquista cui ne seguono ulteriori.
Infatti Luigi Dell’Amura, uomo di talento e visione, fonda l’”Università della pizza”: una vera e propria scuola che ha continuato la rivoluzione gastronomica.
Vengono cambiati radicalmente i criteri di elaborazione della farina per la preparazione della pizza e, soprattutto, viene riconcettualizzato il modo di intendere la pizza.
Oggi l’”Università della pizza” rappresenta un punto di riferimento nel panorama gastronomico nazionale.
I corsi di formazione hanno consentito a centinaia di apprendisti di imparare le tecniche del mestiere e di entrare in possesso di un attestato dalla valenza unica.
E così, quella che nasce come un’idea è oggi vera e propria storia.
Vico Equense, con la pizza di Vico, ottiene nel tempo un’importante conquista: l’attestazione De.Co.
Una storia di quasi un secolo, tramandata di generazione in generazione, culmina nel riconoscimento di un fortissimo valore territoriale.
L’apposito logo “Vico al Metro” sigilla la pizza a metro come simbolo non solo della gastronomia, ma dell’identità, delle tradizioni, della cultura locale.
L’iniziativa è stata frutto del lavoro congiunto e motivato di una rete significativa.
In primis, il sindaco di Vico Equense: Peppe Aiello, senza cui il riconoscimento De.Co. sarebbe stato impossibile.
Il progetto è stato portato avanti dalla Commissione De.Co. ed è stato sostenuto con entusiasmo dall’assessore regionale al turismo Felice Casucci, dall’assessore regionale all’agricoltura Nicola Caputo e dall’assessore comunale al turismo Ciro Maffucci.
Ma il grande impegno nella valorizzazione del territorio e della sua produzione locale non finisce qui:
Insomma, tante conquiste per la patria della pizza a metro, cui certamente ne seguiranno di altre.
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