Una varietà antichissima sta finalmente tornando sulle nostre tavole.
Notizia fresca di successo! Il progetto Mela Rosa Romana in concorso in Portogallo (Eu cap network -EIP AGRI Operational Groups) nei giorni scorsi, è arrivata seconda dopo il prosciutto di Parma.
Anche Lei è pertanto riconosciuta un’eccellenza dal punto di vista della qualità, delle sue caratteristiche intrinseche.Un’esplosione di vitamine e antiossidanti.
Quest’antica varietà di mela è stata, a ragion veduta, considerata uno dei frutti più ricchi in antiossidanti ed è sicuramente tra le 1.200 varietà di mele ad oggi conosciute, quella considerata più pregiata. Lo dicono i riconoscimenti e la costante crescita di interesse verso questo frutto.
La Mela Rosa Romana, detta anche mela marchigiana, è autoctona della Comunità montana dei Monti Sibillini. Il nome deriva sia dal colore delle striature rosso-vinose che si sovrappongono al verde intenso e diffuso del frutto ancora acerbo, che dal profumo di rosa che emanano le infiorescenze.
Sembra una mela comune…
Sembra, ma non lo è affatto. Oltre al nome che già fa pensare ad una mela particolare, le sue caratteristiche sono veramente incredibili in termini agricoli e di proprietà nutrizionali.
Una mela resistente e le bastano le giuste cure per diventare quel portento di vitamine e gusto.
Abbiamo, infatti, una mela ricca di polifenoli, soprattutto nella buccia, in particolare di naringerina, quercitina, procianidina, floretina. Le prime due sostanze hanno un’azione antivirale piuttosto conosciuta. Questi principi vengono utilizzati anche nella cosmesi e nella fitofarmacia.La sua provenienza
La Mela Rosa Romana sembra fosse coltivata nell’Appennino già all’epoca degli Etruschi. Siamo alla fine del ‘500 quando Ulisse Aldrovandi la illustra e la descrive in un suo trattato.
Un importante studio dell’Università di Bologna ci dice che dal punto di vista genetico è simile alle varietà di origine romana sopravvissute fino ai giorni nostri. Troviamo molti degli alberi secolari vicino a siti archeologici etruschi e romani a Burzanella, Monteacuto Ragazza, Vigo, Marzabotto.
Anche nelle case coloniche sono ancora presenti alberi secolari. La conoscenza e l’utilizzo di questa mela è molto radicato localmente.Ricette nuove e riscoperte
Oggi abbiamo ricoperto il suo delicato sapore sia cruda che cotta, modalità preferita in passato.
Sta riscontrando un apprezzamento sempre maggiore da parte di chef e pasticceri, ma anche di chi non lo è ufficialmente e ama cucinare godendo dei prodotti buoni.
La mela rosa ha, infatti, un grado di dolcezza e degli aromi che donano a torte e altri preparati dolciari un sapore davvero particolare difficili da imitare.La mela e il territorio
Sono state costituite due Associazioni per la reintroduzione di questa mela nei territori di origine e per la salvaguardia degli alberi secolari.
Il recupero di queste varietà antiche che sappiamo essere fondamentale per lo sviluppo della biodiversità si tramuta anche nel senso di bellezza.
Gli alberi da frutto in fiore sono un vero spettacolo e rendono la nostra percezione della natura ancora più armonica.La “denominazione comunale d’origine” si applica a tutte quelle produzioni agroalimentari, cognizioni ed esperienze che mirano a valorizzare i prodotti a rischio di estinzione e strettamente legati a tradizioni e alla civiltà contadina di quel territorio, in particolare di quel comune.