La sentenza storica della Corte Costituzionale risolve una lunga disputa.
La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza chiara che mette fine a una lunga disputa sulle De.Co. Questa controversia ha ostacolato il percorso delle denominazioni comunali per anni. Iniziammo a sostenere la causa delle De.Co. nel 2005, organizzando un convegno ad Alessandria e pubblicando il libro “De.Co. la carta di identità del sindaco” con l’intento di fornire chiarezza su un tema che ha generato un dibattito acceso sin dall’inizio.
Nonostante non si sia mai abbandonata quella causa, perché si credeva e si crede ancora in essa, il percorso virtuoso avviato in quegli anni in tutta Italia ha subito un rallentamento significativo a causa di una logica ideologica e burocratica che ha approfittato del fatto che le denominazioni comunali potessero creare confusione con la normativa nazionale sulle Dop e le Igp. Tuttavia, in questi giorni, la Corte Costituzionale ha emesso una storica sentenza a favore delle De.Co., ribadendo senza possibilità di equivoci che le De.Co. “non si confondono con le Dop e le Igp”. Di conseguenza, il ricorso del Governo contro l’istituzione del registro regionale dei prodotti a Denominazione Comunale, istituito dalla Regione Siciliana, è stato respinto.
Ripercorrendo la storia di questa disputa, va sottolineato che le De.Co. furono istituite 33 anni fa dall’Anci. Come accennato in precedenza, 24 anni fa, Luigi Veronelli intraprese una battaglia contro il Ministero dell’Agricoltura per ottenere il loro riconoscimento. Il Club di Papillon ha preso il testimone da Veronelli e ha continuato il percorso da lui avviato, ottenendo il via libera dall’allora Ministro Alemanno durante un convegno ad Alessandria nel maggio del 2005. Il successore Paolo De Castro ha smentito Alemanno (da qui l’ostilità ministeriale verso le De.Co.), mentre il Ministro Luca Zaia nel 2008 ha cambiato le carte in tavola, introducendo la prefazione al libro “DE.CO. La carta d’identità del sindaco”.
Nella sentenza sono stati ripresi i fondamenti di questo lavoro, come si legge nel seguente passaggio: “L’istituzione del Registro regionale dei prodotti a denominazione comunale De.Co., quale strumento per la salvaguardia, la tutela e la diffusione, in particolare, delle produzioni agroalimentari ed enogastronomiche territoriali, non contrasta con la normativa dell’Unione europea sui marchi Dop, Igp e Stg”. Questa considerazione, che offre chiarezza definitiva, stabilisce con certezza che le De.Co. e le Indicazioni geografiche (IG) sono due cose diverse e non sono in conflitto.