L’Oltrepò ha specifici profumi e sapori, tutti racchiusi nell’inarrivabile Butalà lombardo!
In Lombardia, poco più di un mese fa, è stato presentato un nuovo piatto locale: il Butalà, realizzato con ingredienti De.Co.
Il nome significa in italiano “buttato là”, a sottolineare la semplicità di un piatto che ha però il sapore di ricercatezza e innovazione.
La pietanza accende e compone quel contrasto tra radici e futuro, quella visione di un luogo con un occhio alla tradizione e l’altro all’innovazione.
Infatti gli ingredienti sono di produzione rigorosamente locale e tradizionale, ma l’Oltrepò li ricombina in modo del tutto originale, lanciando un sapore nuovo per palati potenzialmente infiniti.
Il Butalà è un piatto che vuole instancabilmente raccontare della sua terra: di quei dolci rilievi collinari che si intrecciano a luminose vallate, di quelle distese di alberi verdeggianti all’ombra di alture montane.
Perché proprio da questa preziosità nasce quella dei suoi ingredienti: le patate De.Co. del Brallo e il tartufo di Menconico.
La loro combinazione dà vita a quel piatto originale che è il Butalà lombardo: uno gnocco rigato con ripieno di patate del Brallo, uova, farina e tartufo di Menconico.
Il suo intenso e delicato condimento è a base di burro e tartufo.
Il piatto viene riproposto con due varianti:
Si tratta quindi di un vero e proprio condensato di eccellenze dell’Oltrepò, rappresentate da un gusto che le racconta una per una.
L’interessante iniziativa è stata lanciata dal sindaco di Menconico, Donato Bertorelli, e ha coinvolto 15 operatori dell’Appennino Pavese.
Questa nuova proposta gastronomica è stata poi presentata in Regione da Alessandro Beduschi (assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste) e Barbara Mazzali (assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda).
Questa rete di collaborazione si è mossa congiunta con un preciso obiettivo comune: legare eccellenze agricole storiche della civiltà contadina, valorizzarne la produzione e proporla in una veste nuova e ancor più attrattiva.
L’assessore Barbara Mazzali dimostra una consapevolezza importante: i flussi turistici vengono sedotti dall’Oltrepò per due motivi principali.
Il primo ha a che fare col valore storico-naturalistico di una zona caratterizzata da vigneti, castelli, dimore storiche, distese verdeggianti.
Il secondo ha a che fare col cibo: si torna sempre dove si è mangiato bene.
La patata De.Co. del Brallo è l’ingrediente che anima il Butalà, che accende il gusto dell’eccellenza locale e ne diventa il simbolo gastronomico.
Ciò è frutto del lavoro instancabile degli agricoltori locali, organizzati in piccole aziende a conduzione familiare, che operano ogni giorno ad un’altitudine tra i 400 e i 1600 metri.
È proprio lì che la patata del Brallo trova le condizioni ideali per crescere e prosperare, legandosi indissolubilmente alle caratteristiche e all’identità del suo territorio madre.
Da questo originano quelle più coltivate: le tradizionali Bintje, Kennebec, Desirèe, Monalisa, Kuroda, Vivaldi, Spunta, Primura e Cornetta “ovi de galo”.
Ma, quali caratteristiche deve avere la patata in commercio secondo il disciplinare De.Co.?
Scopriamone la carta d’identità:
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