Curiosità, ricette e seconda edizione della Festa del Broccolo Capoccione De.Co.
Il Broccolo Capoccione emerge come il prodotto tipico preminente di Albano, una varietà di broccolo di notevole qualità caratterizzata dalla grandezza della sua infiorescenza. Questo ingrediente di spicco costituisce la base di uno dei piatti più celebri nella tradizione gastronomica locale: i broccoli attufati.
Il broccolo di Albano sboccia nei mesi più freddi dell’autunno, ed è caratterizzato da un vivace colore verde chiaro. Denominato “capoccione”, in quanto lo stesso termine suggerisce le dimensioni notevoli che lo caratterizzano. È un alimento molto versatile in cucina, e fin dai tempi antichi è considerato l’ortaggio per eccellenza. I Romani lo utilizzavano anche a scopo terapeutico, per curare diverse malattie.
La sua ampia infiorescenza assume una forma piramidale, in cui numerose piccole rosette, disposte a spirale, riproducono la forma principale in una sequenza regolare su diverse scale. Una peculiarità di questo ortaggio speciale è che la successione con cui si ripetono segue la famosa sequenza di Fibonacci, una successione di numeri interi naturali in cui ogni numero, in questo caso il numero delle rosette, è la somma dei due precedenti.
La denominazione comunale del broccolo capoccione è stata istituita nel 2015, con la delibera del Consiglio Comunale di Albano Laziale n. 13 del 20 gennaio 2015. Successivamente è stata riconosciuta dalla Regione Lazio nel 2016, con la delibera della Giunta Regionale n. 290 del 14 marzo 2016.
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Ad Albano Laziale, dal 20 al 22 ottobre, son stati giorni di festa. Protagonista indiscusso dell’evento il broccolo capoccione, una speciale varietà fregiata della certificazione De.Co., diventato simbolo del comune nel tempo e motivo per cui i cittadini di Albano sono chiamati affettuosamente “broccolari”.
Durante questi tre giorni, non sono mancati gli stand enogastronomici che hanno dato risalto all’eccellenza romana con una vasta gamma di piatti: dalle ricette tipiche romane, come pasta e broccoli con l’arzilla, alle fritture, contorni, salse, panini con broccoli e salsiccia, fino a dolci e liquori.
Il tutto arricchito da masterclass tenute da rinomati chef, che non hanno perso l’occasione di presentare nuove ricette e abbinamenti speciali, esaltando le proprietà del broccolo romanesco.
Spazi dedicati a cultura e storia con programmi incentrati sull’enogastronomia e sulla valorizzazione del territorio, street food, artigianato, laboratori formativi e aree tematiche speciali per bambini che hanno avuto l’opportunità di sperimentare in cucine appositamente allestite, sono stati contorno di questa seconda edizione.
Nell’organizzazione dell’evento da parte di Core Event & Food, hanno partecipato anche organizzazioni non profit impegnate in progetti a favore delle categorie fragili.
Massimiliano Borelli, sindaco di Albano Laziale, a nome dell’amministrazione, afferma che di credere fortemente nella promozione delle eccellenze e specialità del territorio, ribadendo che tutta l’amministrazione è in prima linea in questo impegno e continuerà ad esserlo con passione ed orgoglio.
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Al momento dell’acquisto, il broccolo capoccione dovrebbe presentarsi chiuso, compatto e con un cuore vivace; le foglie devono essere di un bel colore verde, e i gambi croccanti e aderenti alla terra, che a sua volta dovrebbe essere spessa e priva di macchie scure.
È consigliabile evitare l’acquisto di broccoli con cime fiorite o con il torsolo di colore violaceo, segno di gelate improvvise. Poiché il broccolo romanesco è un prodotto altamente deperibile, con foglie che appassiscono rapidamente, cime che sbocciano in giallo e stelo che si indurisce, è consigliabile consumarlo poco dopo l’acquisto o al massimo entro 3-4 giorni, conservandolo nel reparto verdure del frigorifero. In alternativa, può essere congelato dopo essere stato immerso in acqua bollente per 5 minuti.
I metodi di cottura principali sono due: lessatura in acqua bollente e salata o cottura diretta nei condimenti destinati a insaporirlo. Inoltre, può essere gustato “all’agro“, condito a freddo con olio e limone, oppure “ripassato” in padella con olio, aglio e peperoncino. Nella tradizione romana, è spesso utilizzato nella preparazione della famosa “pasta e broccoli al brodo di arzilla“. Per la pulizia, basta rimuovere le foglie, separare le cime dal torsolo e lavarlo accuratamente sotto acqua corrente.
500 g di broccolo capoccione
200 g di pasta corta (ditalini o spaghetti spezzettati)
1 kg di arzilla
200 g di pomodori pelati
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 filetti d’acciuga sotto sale
1 piccola costa di sedano
1 carota
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
peperoncino
olio
sale
Preparare il brodo di pesce: spellare l’arzilla, lavarla, tagliarla a pezzi di grandezza media e raccoglierli in una casseruola insieme a sedano, carota e cipolla tagliuzzati.
Versare acqua fino a coprire a filo gli ingredienti, salare leggermente, portare a bollore e cuocere a fuoco moderato per circa 20 minuti. Sgocciolare i pezzi di arzilla, successivamente sfilettarli e metterli da parte, mentre gli scarti e le lische vanno lasciati sobbolire ancora per circa 30 minuti. In un’altra casseruola scaldare due-tre cucchiai d’olio, unire l’aglio e farlo dorare leggermente.
Aggiungere le acciughe dissalate e lasciarle sciogliere. Unire il peperoncino, i pelati spezzettati, il vino, il broccolo diviso a cimette, poi mescolare e cuocere per 5 minuti. Versare nel recipiente il brodo di pesce filtrato, aggiungere una parte dell’arzilla e, dopo 10 minuti, unire la pasta e portare a cottura. Completare con il prezzemolo tritato. Servire la zuppa calda.