A Laino Borgo si premia la biodiversità dell’aglio De.Co., simbolo di un indissolubile legame con la terra e l’agricoltura: madre di un valore inestimabile.
Laino Borgo, piccola città in provincia di Cosenza, è il cuore di cultura e tradizioni che rimandano ad un forte legame con la propria terra.
Spartiacque tra Calabria e Basilicata, il più piccolo borgo d’Italia è attraversato dai fiumi Lao e Iannello: importanti risorse che regalano grotte, cascate e imperdibili esperienze di rafting.
Laino Borgo è immerso nel Parco Nazionale del Pollino.
Qui regna su distese verdeggianti, attraversate da rilievi che si intrecciano a serpeggianti corsi d’acqua.
Insomma un piccolo e prezioso gioiello, incastonato in una cornice fatta di natura, cultura e tradizione.
Tanto apprezzata quella della ‘Coraijsima’, portata avanti di generazione in generazione.
Una signora del borgo realizza un pupazzo di stoffa, vestito secondo la tradizione con sempre gli stessi abiti.
Il pupazzo, che viene poi esposto, custodisce qualcosa tra le mani.
In quella destra ha un fuso, che indica il trascorrere del tempo.
Nella mano sinistra ha invece una patata con 7 penne: sei bianche e una nera.
Le penne rappresentano le domeniche che precedono la Pasqua: se ne sottrae una ogni domenica fino alla pena nera, l’ultima, che viene tolta nella giornata pasquale.
La patata invece è il simbolo delle radici e della cultura del luogo: è di buon auspicio per l’agricoltura, cuore pulsante di Laino Borgo.
Visto questo intenso e inestricabile legame, non meraviglia che la cucina tradizionale lainese abbia origini contadine.
Non meraviglia neanche che proprio dall’agricoltura abbia origine quello che oggi è un prodotto De.Co.: l’aglio in tutta la sua ricca biodiversità.
L’aglio di Laino Borgo De.Co. si inserisce in una grande tradizione culinaria, accomunata da un forte valore: basso impatto ambientale, sapore naturale.
L’aglio di Laino Borgo rientra infatti in un’orticoltura sostenibile, abbinandosi ad altri prodotti locali come fagioli borlotti, pomodori, peperoni, zucchine, insalate e tanto altro.
Non stupisce che i piatti della tradizione comprendano questa saporita genuinità: basti pensare a Lagani e fasuli, Cavatieddi e Rascatieddi.
Non possono poi mancare i peperoni alla crusca, ripieni o con patate.
Per non parlare poi del fantastico olio di Tarsia De.Co.
Come questi, l’aglio di Laino Borgo è un ecotipo locale. Viene curato con tecniche di coltivazione e produzione prevalentemente manuali.
Tutto ha inizio a fine ottobre con la semina dei “bulbilli”, che si svolge a mano.
La loro resa sarebbe impossibile senza le specifiche caratteristiche del terreno.
La semina avviene in solchi paralleli e distanziati l’uno dall’altro.
In ciascun solco i bulbilli vengono interrati di 5-8 cm.
Anche l’eliminazione delle erbe infestati avviene a mano.
Ciò soprattutto quando si tratta di piccoli appezzamenti, che consentono più facilmente di preservare le tecniche tradizionali.
Queste prevedono anche che non ci sia alcuna concimazione chimica: solo letamazione.
A fine ciclo vi è poi la manuale raccolta dei bulbi secchi, che vengono conservati sottoforma di trecce o mazzetti.
Questi vengono poi solitamente appesi sotto tettoie al riparo dalle piogge.
Curiosità: qualche giovane sperimentatore sta testando la conservazione dei bulbilli in vasetti aromatizzati con pepe, alloro e ginepro, o anche in agrodolce.
Questa soluzione è molto apprezzata per degustare l’aglio come antipasto o aperitivo, in quanto addolcisce le punte forti del prodotto.
Insomma, una cultura da preservare, da tramandare nelle mani dei giovani per farla continuare a vivere.
Ed è proprio quello che Laino Borgo sta concretamente facendo.
Sono state avviate tante attività formative dirette ai giovani agricoltori, nonché molti seminari riguardanti le tecniche di coltivazione locali.
Si tratta a tutti gli effetti di un patrimonio culturale che, in quanto tale, va preservato in tutto il suo valore.
Segui Infodeco per scoprire altre ricchezze locali!
Una da non perdere? Tra i prodotti De.Co. del posto c’è la fantastica Gabamarita degli Arbëreshë calabresi!